L'arredo urbano con i ragazzi delle scuole

Fra i percorsi laboratoriali che propongo alle scuole probabilmente il più originale è quello che coinvolge i bambini e i ragazzi nella realizzazione di opere destinate all'arredo urbano.

Nel 2006 - interpellata per puro caso dal mio Comune, Budrio, per una fornitura di materiali per un progetto a scuola - ebbi l'idea di propormi per seguire io il lavoro dei bimbi, e ideai questa particolare modalità.
I bambini progettarono e realizzarono una serie di formelle ceramiche destinate alla decorazione di una pista ciclabile.
Il progetto ebbe un tale riscontro e successo che è diventato a Budrio una tradizione: da allora si realizza ogni anno. È per questo che molte opere di arredo urbano realizzate, sotto la mia guida, dai bambini sono visibili da tutti in molti luoghi di Budrio: la più famosa è l'Albero delle Ocarine ma non dimentichiamo l'Asilo Nido Aquiloni, la Fontana dei Diritti, le panche Mille Bolle d'Ocarina…

Questo tipo di percorso mi è stato richiesto anche fuori regione, e così anche ad Arrone, in provincia di Terni, ho avuto il piacere di lavorare coi ragazzi e alcuni fantastici insegnanti per realizzare, in ceramica, un murales di 10 m² nella piazza su cui affaccia la loro scuola.

In tutti i laboratori di questo tipo che propongo, i ragazzi realizzano il ciclo completo della lavorazione ceramica che prevede una prima cottura, per la trasformazione dell'argilla in terracotta, e una seconda, per la fusione di smalti e colori: si arriva dunque sempre alla "vera ceramica". Inoltre, nella misura in cui è di volta in volta possibile, i ragazzi partecipano alla progettazione dell'opera che realizzeranno.

Nel tempo abbiamo riscontrato quanto sia anche efficace dal punto di vista "sociale" coinvolgere i ragazzi in lavori di questo tipo: il fatto che le opere realizzate dai ragazzi vengano installate in luoghi pubblici, o comunque comuni, contribuisce a creare nei loro autori un senso di appartenenza al territorio che inverte la tendenza del vandalismo, chi deturpava si fa al contrario "difensore" ciò che sente in qualche modo "suo".